16 febbraio 2024 Cattedrale di Palermo
Ricognizione delle Reliquie di S. Rosalia custodite nell'urna argentea a reliquiario del 1631
L’evento, secretato dall’Arcivescovo e svoltosi con la Cattedrale temporaneamente chiusa, è stato reso pubblico dallo stesso Arcivescovo il 25 maggio 2024, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Rosalia Protectora et Patrona”.
Dal discorso dell’Arcivescovo del 25 maggio:
“In occasione del IV Centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia lo scorso 16 febbraio ho avuto la gioia alla presenza e con l’aiuto di un apposito e ristretto Gruppo di persone di aprire la cassa lignea contenuta nell’urna argentea di Santa Rosalia, custodita qui in Cattedrale, per prendere visione delle venerate reliquie in essa contenute. È stata per me e per i presenti una intenza esperienza spirituale.
All’interno, avvolti da antica bambagia di cotone, sono stati rinvenuti i resti ossei, lì collocati nell’anno 1631 dal Card. Giannettino Doria, Arcivescovo di Palermo. Ho potuto riscontrare, insieme al Gruppo, l’esistenza di numerose parti ossee del corpo della Santa, che risultano incastonate in concrezione calcaree a seguito della permanenza per secoli nella grotta del Monte Pellegrino. Le ossa, quindi, sono state avvolte singolarmente in panni di lino, per una più dignitosa conservazione.
Nella circostanza ed a ricordo dell’apertura è stata collocata all’interno della cassa lignea una rosa ed un giglio in argento, quale segno della devozione della Chiesa di Palermo alla Santuzza.
Nell’urna sono stato rinvenuti i verbali delle precedenti ispezioni e il libretto che narra della vita e del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia, scritto dal gesuita Giordano Cascini. Trattandosi di un documento di notevole importanza storica, che, tra l’altro, porta la firma autografa del Card. Giannettino Doria, ho ritenuto opportuno e significativo esporlo per la prima volta in assoluto in questa Mostra.
Così a noi oggi e a quanti visiteranno la Mostra nei prossimi mesi verrà dato di ripercorrere alcune fasi storiche del rinvenimento del corpo della Santuzza, attestato come dicevo dal Cascini, e della collocazione delle reliquie nell’urna argentea realizzata da esperti argentieri palermitani, su disegno dell’architetto del Senato Palermitano Mariano Smiriglio, arricchito dall’apporto di altri provetti artisti, tra cui Giancola Viviano”.